Consorzio, da Capri ad Amalfi, nel mirino ci sono soprattutto i turisti
02 OTT – CASERTA - La mozzarella di bufala campana è il formaggio a denominazione di origine protetta più presente e più correttamente citato con l'acronimo "dop" nei menu dei ristoranti italiani.
Il primato arriva dalla ricerca promossa da Afidop (l'associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield, che ha valutato l'entità e le modalità con cui i formaggi Dop sono riportati nei menu, dalla denominazione del prodotto al logo fino alla stagionatura.
La Bufala Campana è infatti presente nel 90 per cento dei menu esaminati e l'acronimo "Dop" è riportato nel 46,5 per cento dei casi, come elemento distintivo rispetto a una mozzarella generica, ma il Consorzio di Tutela lancia però l'allarme: "Troppo spesso, purtroppo - sottolinea il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani - la citazione del nostro prodotto nei menu dei ristoranti è solo uno specchietto per le allodole, con l'obiettivo di attirare soprattutto turisti, senza che in realtà venga servita una vera mozzarella Dop".
Lo testimonia l'esito dell'operazione "E…state senza pensieri 2023", condotta nei principali luoghi delle vacanze durante la stagione estiva appena conclusa. Dal lavoro svolto dal settore Vigilanza del Consorzio, emerge che l'evocazione della mozzarella di bufala campana dop è stata una costante, soprattutto nei menu dei locali. Troppi i prodotti fake nella ristorazione. Nel corso dei controlli si è scoperto che i turisti venivano ingannati anche nella famosa piazzetta di Capri, meta del lusso e del jet set internazionale, dove un ristoratore indicava nei menu pizze con mozzarella di bufala campana Dop, ma in realtà le preparava con mozzarella vaccina pugliese. Identico raggiro in un locale vicino al Duomo di Amalfi. Invece, in un ristorante sul mare a Ischia Porto, la tipica "caprese" era realizzata con mozzarella mista, a prezzi esorbitanti e inspiegabili.